L’amalgama d’argento è da più di un secolo, il material di otturazione più largamente usato dai dentisti di tutto il mondo, si calcola che ogni anno nel mondo siano eseguiti 500 milioni di otturazioni con questo materiale.
Le otturazioni in amalgama, note come piombature, contengono il 50% di mercurio ed il mercurio è l’elemento chimico più tossico tra quelli non radioattivi.
Dopo 10 anni, nell ’otturazione di amalgama, rimane solo il 50% del mercurio iniziale, dopo 20 anni ne rimane solo il 20%; in pratica, milionesimi di grammi di mercurio lasciano ogni giorno l’otturazione nella nostra bocca e si accumulano nei tessuti del nostro corpo.
Negli ultimi decenni, l’odontoiatria ha allargato sempre di più il proprio sguardo e il proprio campo d’azione, considerando il paziente nella sua totalità e quindi oggi il dentista non si deve limitare solo a studiare e risolvere le singole patologie del cavo orale, ma deve ricercare le eventuali correlazioni fra queste e altri disturbi presenti nell’organismo.
Recenti studi mostrano che le otturazioni di amalgama rilasciano continuamente piccolissime concentrazioni di mercurio e che esse possono costituire una causa di intossicazioni cronica a carico di diversi organi e tessuti dell’organismo.
Nella comunità scientifica ci sono due schieramenti relativi all’uso dell’amalgama; entrambi, sia gli oppositori che i sostenitori, concordano sui seguenti punti:
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Il mercurio è tossico;
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Il mercurio è rilasciato dalle otturazioni dentali di amalgama;
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La quantità di mercurio rilasciato è solo molto piccola;
La controversia sta nel capire se la quantità di mercurio rilasciata dall’amalgama è così piccola che non può essere clinicamente significativa oppure se è sufficiente in alcuni casi a produrre sintomi e malattie.
L’amalgama può determinare l’insorgenza di reazioni lichenoidi su mucose limitrofe., può causare il cosiddetto “tatuaggio d’amalgama”, cioè un alone grigio-bluastro nella gengiva, a causa del suo colore metallico scuro e dell’ossidazione a cui va incontro nel tempo, produce un alone scuro visibile attraverso lo smalto del dente. Dal cavo orale, il mercurio può diffondersi in modo soggettivo alle ghiandole, alla tiroide, ai reni, al cuore, al sistema nervoso, al midollo osseo, determinando disturbi di lieve o di importante entità, a seconda degli organi coinvolti e della capacità individuale di smaltire la sostanza; cefalee, dermatiti, stanchezza cronica ma anche depressione o addirittura sclerosi a placche sono alcuni fenomeni ascrivibili alla tossicità del mercurio.
La preparazione dell’amalgama prevede la miscelazione di una componente liquida rappresentata dal mercurio con una componente solida costituita da fini particelle di una lega contenente argento ed altri metalli, tra cui lo stagno, il rame ed a volte lo zinco. Durante la miscelazione delle due componenti si assiste alla cosiddetta amalgamazione, ovvero alla dissoluzione delle particelle solide da parte del mercurio fino ad ottenere un prodotto plastico, il quale successivamente cristallizza formando appunto una amalgama di metalli.
La micro struttura di questo materiale è complessa e dipende fortemente dalle caratteristiche delle particelle con cui è realizzata la polvere.
Per lungo tempo si è ritenuto e professato che l’amalgama, una volta completamente indurita, fosse un materiale assolutamente inerte e stabile, in cui tutto il mercurio libero viene interamente e permanentemente sequestrato all’interno di legami chimici con gli altri metalli, incapace di liberarsi nel cavo orale.
Si è visto invece che c’è rilascio di mercurio all’interno del cavo orale ed è possibile ottenere precise misurazioni della sua concentrazione nei soggetti portatori di otturazioni in amalgama.
Pur non esistendo ancora una valutazione unanime riguardante i livelli di tossicità del mercurio (in Italia, l’utilizzo delle vecchie amalgame dentali di fatto non è ufficialmente vietato, e dipende dalla coscienza e dalla professionalità di ciascun odontoiatra), l’OMS – Organizzazione mondiale della Sanità – ha nondimeno dichiarato inaccettabile ogni contatto con fonti di mercurio durante la gravidanza, poiché assimilabile dal feto attraverso la placenta.
Fortunatamente, molti di questi fenomeni si sono rivelati reversibili una volta eliminata l’esposizione al mercurio. E’ possibile infatti rivolgersi al proprio odontoiatra per rimuovere le obsolete otturazioni in amalgama a favore dei nuovi materiali bio-compatibili, innocui per la salute del paziente.
Tuttavia è bene ricordare che la rimozione delle otturazioni contenente mercurio rappresenta una fuoriuscita ulteriore di vapori tossici, perciò è assolutamente da sconsigliare durante la gravidanza e deve essere effettuata con particolari accorgimenti.
Sebbene non esista un accordo internazionale sui livelli di pericolo da esposizione al mercurio è importante segnalare come molti paesi nordici (fra i quali Germania, Svezia, Norvegia) abbiano prodotto normative molto rigide riguardo al suo utilizzo in odontoiatria, incentivando la rimozione delle otturazioni in amalgama con specifici finanziamenti ai cittadini.
Questi i motivi per cui nel nostro studio l’amalgama è bandita ed anzi è stato adottato un protocollo di rimozione delle otturazioni in amalgama che prevede la protezione del paziente e degli operatori da vapori tossici di mercurio.
Dott. Michele Quinto
Medico Chirurgo Odontoiatra